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Progetto MINISTERO DELLA SALUTE
Testo e foto: MINISTERO DELLA SALUTE
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I grandi occhi del cavallo esercitano un fascino ipnotico su chiunque si soffermi a guardarli. Gli occhi del cavallo sono fra i più grandi tra quelli di tutti gli altri mammiferi terrestri (5 cm. per 6,5 cm.) e la sua vista è molto diversa da quella umana. La posizione laterale degli occhi sulla testa consente una vista panoramica, il campo visivo infatti è molto più ampio del nostro ed è di circa 350°. Anteriormente l’animale in un arco di circa 70° davanti a sé utilizza una vista binoculare (impiegando cioè i due occhi contemporaneamente) che gli consente di riconoscere correttamente la profondità degli spazi e di mettere più dettagli a fuoco. La vista binoculare frontale oltre a dare un’ottima visione a distanza è sfruttata per scegliere accuratamente le piante da mangiare al pascolo.
Un’altra parte di campo visivo è invece controllata da ciascun occhio singolarmente, vista monoculare, il che significa che ogni occhio è in grado di vedere cose differenti da quella dell’altro occhio. La vista monoculare è molto ampia (140° circa) ma fornisce una visione bidimensionale cioè piatta, senza profondità e non consente quindi la percezione precisa delle distanze. Questo deficit nella percezione dello spazio in realtà non rappresenta un handicap per gli animali “preda” come il cavallo perché per loro qualsiasi cosa la vista colga che sia sconosciuta può rappresentare un possibile pericolo per la loro incolumità e quindi provoca una “prudente” reazione di fuga.
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E’ per questo che a volte questi animali hanno delle reazioni di paura, da noi ritenute esagerate, ma che invece rappresentano modelli comportamentali selezionati per garantire la sopravvivenza della specie. In questo campo visivo formidabilmente ampio esistono tuttavia delle aree così dette “cieche”, non visibili dall’occhio del cavallo a meno che non sposti il corpo o la testa. Una di queste, area cieca frontale, è posta anteriormente ed è dovuta al fatto che il lungo naso si posiziona proprio in mezzo ai due occhi impedendo la visione di una piccola porzione dello spazio anteriore. Se il cavallo tiene la testa alta la zona cieca frontale risulta più piccola. L’altra zona cieca, area cieca posteriore, è anch’essa influenzata da come il cavallo porta la testa: un leggero spostamento laterale della testa rende possibile la visualizzazione dello spazio dietro di lui. Come abbiamo visto la posizione della testa influenza la visione dell’ambiente circostante. È utile sottolineare che se si costringe il cavallo a mantenere il collo iperflesso (posizione incappucciata) lui non è in grado di vedere lo spazio davanti a se e, quindi, se non è guidato correttamente dal cavaliere potrebbe sbattere contro oggetti animati o inanimati. Quando si è in sella, forzare i cavalli a tenere costantemente la testa incappucciata e non permettergli mai, durante il movimento, di esaminare accuratamente - alzando e abbassando la testa - gli ostacoli eventualmente presenti, può portare all’impossibilità di una corretta analisi dell’ambiente.
La visione del cavallo può avvenire anche ad una intensità di luce che non consente all’uomo di vedere. Questo è dovuto sia alle caratteristiche della retina che alla funzione di una struttura sottostante la retina chiamata “tapetum lucidum”. Quest’ultimo riveste l’interno del globo oculare ed è costituito da uno strato riflettente di cellule che funziona proprio come uno specchio permettendo una raccolta ulteriore di luce. Questa peculiarità ottimizza la vista del cavallo in condizione di penombra ma lo rende più facilmente accecato dalla luce intensa. Infatti il cavallo vede bene quando l’illuminazione è stabile ma la sua vista non riesce ad adattarsi ai cambiamenti repentini dell’intensità luminosa diventando sfocata e confusa. Questo potrebbe spiegare l’innata paura del cavallo per i luoghi poco illuminati, come ad esempio quelli rappresentati dall’entrata del trailer o del van. Per facilitare l’approccio del cavallo a questi veicoli è opportuno quindi diminuire il contrasto tra interno ed esterno del mezzo.
I cavalli non percepiscono tutta la gamma dei colori visibili dall’uomo, essi ad esempio non sono in grado di distinguere il colore verde dal grigio di pari luminosità. Si ritiene che abbiano una vista bicromatica e siano in grado di percepire solo alcuni colori tra cui il blu nelle diverse sfumature.
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